Epidemiologia
Tutte i tipi di ferite difficili rappresentano un significativo problema di salute pubblica e un carico economico importante per il sistema sanitario. A livello internazionale è ormai noto che il numero di persone affette da ulcere croniche, deiscenze di ferite traumatiche e/o chirurgiche è elevato.
In Italia più di 2 milioni di persone lottano ogni giorno, spesso per molti anni, contro le ferite difficili, quelle lesioni che non riescono a guarire: piaghe da decubito, ulcere vascolari, piede diabetico, ustioni, lesioni da trauma, così come brutte cicatrici.
Per circa il 50% dei malati questa patologia risulta invalidante infatti soffre di questa patologia tende spesso ad avere recidive e questo stato di malattia cronica condiziona in maniera importante e negativa la capacità lavorativa non solo dei pazienti, ma anche dei loro familiari che devono accompagnarli ai vari controlli.
Tra i fattori epidemiologi troviamo soprattutto il progressivo invecchiamento della popolazione, infatti la fascia di età maggiormente colpita dal fenomeno delle ferite difficili è quella compresa tra i 40 e gli 80 anni e oltre, poi l\'aumento di malattie, come diabete, obesità, ma anche la diagnostica più fine, che ha svelato un aumento di circa il 20% delle lesioni cutanee croniche, a sua volta responsabile della maggiore richiesta di specialisti più preparati, in grado di gestire queste ferite in modo ottimale.
La prevalenza delle ulcere degli arti inferiori (tutte le possibili cause incluse) è dell’1% circa nella popolazione totale e del 3,6% nella popolazione con età superiore a 65 anni.
Per le ulcere del piede diabetico si registra un’incidenza del 15% dei pazienti diabetici.
Le ulcere da pressione o da decubito affliggono circa l’8% dei pazienti ospedalizzati e tra il 15% e il 25% di quelli ricoverati nelle strutture di lungodegenza o case di riposo. I soggetti prevalentemente colpiti sono gli anziani.